16 Febbraio 2005 – Entra in vigore il Protocollo di Kyoto

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Il Protocollo di Kyoto rappresenta uno dei trattati multilaterali recenti di maggiore importanza a difesa dell’ambiente e per contrastare il riscaldamento globale. Venne sottoscritto l’11 Dicembre 1997 durante la Conferenza delle parti di Kyoto (la COP3) ma per la sue entrata in vigore si dovettero attendere più di 7 anni.

Secondo i termini del Protocollo, infatti, quest’ultimo sarebbe entrato in vigore dopo che almeno 55 Stati l’avessero ratificato. Un’ulteriore condizione, inoltre, era che gli stati ratificanti producessero nel complesso almeno il 55% del totale delle emissioni serra di origine antropica. Entrambi i requisiti vennero raggiunti il 16 Febbraio 2005 con il deposito della ratifica da parte della Federazione Russa.

Il protocollo prevede l’obbligo in capo ai paesi aderenti di procedere ad una riduzione (rispetto alla quota base del 1990) di almeno 5% delle emissioni di gas inquinanti in proporzioni differenziate in base ai livelli di inquinamento prodotti.

Ad oggi il protocollo è stato ratificato da 184 Stati seppur con due pesanti eccezioni. Gli Stati Uniti, in primo luogo, non hanno aderito al Trattato. Cina ed India, inoltre, pur avendo ratificato il trattato, hanno ottenuto un regime di applicazione differenziato non essendo tenute a ridurre le emissioni di anidride carbonica.

15 Febbraio 1944 – Distruzione dell’Abbazia di Montecassino

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L‘Abbazia di Montecassino è un famoso monastero laziale situato a Cassino in provincia di Frosinone. Nell’errata convinzione che all’interno vi trovassero rifugio dei militari nazisti, la mattina del 15 Febbraio 1944 l’Abbazia venne completamente distrutta dai bombardieri alleati. Si trattò del più violento bombardamento operato nel corso del conflitto contro un singolo edificio.

La distruzione dell’Abbazia si rilevò peraltro inutile in quanto il giorno seguente le forze tedesche riuscirono ad occupare le rovine trovandone ampio rifugio

La distruzione dell’Abbazia era stato preceduta, fin dal Gennaio, da altri intensi bombardamenti delle forze alleate nella zona, miranti a sfondare la linea difensiva tedesca (la Linea Gustav), portare l’assedio a Roma e ricongiungersi con le altre forze alleate bloccate ad Anzio.

I bombardamenti continuarono fino al 18 Maggio seguente quando una pattuaglia del 12º reggimento dei lancieri polacchi poté, finalmente, issare la propria bandiera sulle rovine di Cassino.

14 Febbraio 1956 – XX Congresso del Partito Comunista dell’Unione Sovietica

RIPRODUZIONE DA "NATO REVIEW".  © OYLMPIA PUBLIFOTO

Dopo la morte di Stalin ( Marzo 1953) nel campo socialista si avviò un relativo processo di liberalizzazione. Anche la stessa figura di Stalin era destinata a subire, in tale contesto, un processo di revisione politica e storica.  Questo  fu quanto accade nel corso del XX Congresso del Partito Comunista dell’Unione Sovietica apertosi a Mosca il 14 Febbraio 1956.

L’indubbio protagonista del Congresso fu il Segretario Nikita Chruščëv. Ad apertura dei lavori, Chruščëv presentò un vasto rapporto di 104 pagine (il discorso durò circa sette ore) in cui, significativamente, il nome di Stalin venne pronunciato una sola volta ed attaccò il “culto della personalità” contrario alla dottrina marxista e che fa “di qualsiasi capo, un eroe, un taumaturgo”. La vera condanna alla figura di Stalin, tuttavia, Chruščëv la terrà qualche giorno dopo, il 25 Febbraio, in un rapporto segreto durante una seduta a porte chiuse.

Strategicamente, nel rapporto di apertura Chruščëv lanciò l’idea del “campo socialista” composto da URSS, Cina, Vietnam e democrazie popolari dell’Europa orientale, alludendo alla possibilità di “vie nazionali di sviluppo del socialismo”. Si ricuciva cosi lo strappo con l’eterodossia della Jugoslavia che vedeva finalmente riconosciuta la propria posizione all’interno del blocco dopo l’espulsione dal Cominform nel 1948.

I delegati italiani al XX Congresso erano Palmiro Togliatti e Mauro Scoccimaro.

13 Febbraio 1945 – Bombardamento di Dresda

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La sera del 13 Febbraio del 1945 ebbe inizio un violento bombardamento da parte delle forze alleate nella città di Dresda, capoluogo della Sassonia. I bombardamenti durarono tre giorni e rasero al suolo la città. I danni furono incalcolabili ed il numero delle vittime impressionante. Secondo alcune stime, infatti, nel corso dei bombardamenti persero la vita oltre 20.000 persone, mentre secondo altre il numero delle vittime era decisamente superiore. Una recente inchiesta portata avanti dalle autorità di Dresda nel 2010 ha stabilito che il numero dei morti nel corso dei bombardamenti si aggira tra le le 22.700 e le 25.000 unità

Il bombardamento di Dresda rappresentò uno degli eventi più sanguinosi e tragici del secondo conflitto mondiale. L’obiettivo primario delle forze alleate era quello di distruggere le vie di comunicazione e di rifornimento delle forze naziste ma il risultato di tale operazione, per distruzioni ed uccisioni, fu incredibilmente tragico.

Il bombardamento di Dresda costituisce il tema centrale del romanzo Mattatoio n.5 dello scrittore statunitense Kurt Vonnegut che, fatto prigioniero dai tedeschi, si trovava proprio nella città durante il bombardamento.

12 Febbraio 1737 – Inaugurazione del Teatro San Carlo di Napoli

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Costruito per volontà di Carlo di Borbone e progettato da Giovanni Antonio Medrano, il 12 Febbraio 1737 venne inaugurato il Teatro San Carlo a Napoli considerato uno dei teatri più belli al mondo.

Con i suoi 3500 posti il Teatro San Carlo costituisce il teatro lirico attivo più antico d’Europa ed ha ospitato nel corso della sua gloriosa esistenza molte prime di autori illustri come Rossini, Donizetti e Verdi.

Il San Carlo è  da sempre considerato un teatro dall’acustica pressoché perfetta, merito degli attenti lavori di costruzione ed in particolare delle le migliorie apportate nel 1816 quando venne innalzato il livello del soffitto.

“Gli occhi sono abbagliati, l’anima rapita. Non c’è nulla, in tutta Europa, che non dico si avvicini a questo teatro, ma ne dia la più pallida idea”, cosi Stendhal descriveva il Teatro San Caro nel 1817.

 

11 Febbraio 1929 – Firma dei Patti Lateranensi

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Dall’Unità d’Italia il rapporto tra lo stato italiano e la santa sede era rimasto complesso e teso. L’azione militare italiana contro Roma del 1870 fece ulteriormente salire la tensione. Papa Pio IX in quell’occasione si rifiutò di riconoscere il Regno d’Italia e si ritirò nei palazzi apostolici dichiarandosi “prigioniero dello stato italiano”.

Dal 1871 i rapporti tra Stato e Santa Sede vennero allora disciplinati unilateralmente dallo stato italiano attraverso la “legge delle guarentigie“.

Appena instauratosi il regime fascista, Mussolini si persuase che la stabilità del proprio potere passava anche attraverso una normalizzazione dei rapporti con la Sante Sede. Dopo negoziati segreti durati diversi anni, l’11 Febbraio 1929 presso San Giovanni in Laterano il Segretario di Stato Cardinale Pietro Gasparri e Benito Mussolini firmarono gli accordi di mutuo riconoscimento tra Stato Italiano e Santa Sede.

I patti lateranensi prevedevano, tra l’altro, il riconoscimento del carattere cattolico dello stato italiano, l’istituzione dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole ed una convenzione finanziaria per regolare le questioni sorte dopo l’Unità d’Italia.

Riconosciuti nella nuova Costituzione della Repubblica, i Patti lateranensi vennero poi rivisti nel 1984.

10 febbraio 1920 – Il matrimonio tra la Polonia e il mare

Dipinto di Wojciech Kossak che mostra la cerimonia del 1920 a Puck.
Dipinto di Wojciech Kossak che mostra la cerimonia del 1920 a Puck.

Il Matrimonio tra la Polonia e il Mare è una cerimonia che simboleggia il ritorno dell’accesso al Mar Baltico per il territorio polacco, perso nel 1793 con la spartizioni della Polonia. Avvenne per la prima volta il 10 febbraio 1920, con il generale Józef Haller a Puck. Successivamente, la cerimonia è stata ripetuta da parte dell’esercito polacco il 17 marzo 1945 a Mrzeżyno e il 18 marzo, appena fu conquistata Kołobrzeg. Durante la cerimonia, una bandiera militare viene  immersa nel mare, mentre il comandante getta un anello. I discorsi durante questi eventi hanno sempre sottolineato, nel caso ce ne fosse stato bisogno, l’importanza che ha lo sbocco a mare per lo sviluppo economico della Polonia.

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9 febbraio 1943 – Svolta bellica nel Pacifico: gli Usa sconfiggono il Giappone a Guadalcanal

Battaglia di Guadalcanal
Battaglia di Guadalcanal

La battaglia nell’isola di Guadalcanal, nelle isole Salomone, fu fondamentale per la successiva vittoria degli Usa contro il Giappone durante la Seconda Guerra Mondiale. Infatti, l’isola rappresentava un punto strategico che, se ben impiegato dai Giapponesi, avrebbe potuto impedire l’approvvigionamento di rifornimenti per gli Stati Uniti dall’Australia e la Nuova Zelanda. Al contrario, in mano agli americani l’isola avrebbe potuto essere un avamposto altamente strategico per l’avanzata verso l’Impero giapponese.

La battaglia di Gudalcanal iniziò il 7 agosto 1942, con lo sbarco massiccio di truppe statunitensi che sorpresero le difese giapponesi. Dopo il coraggioso tentativo di difesa, il 9 febbraio 1943 i giapponesi lasciarono definitivamente l’isola.

Questa battaglia viene storicamente ricordata come la svolta nella guerra del Pacifico perché per la prima volta l’Impero giapponese cominciò a organizzarsi in termini di difesa e non più di attacco, mentre gli americani iniziarono la difficile impresa della conquista di un avversario militarmente molto valido.

Mappa dello scenario di guerra nel Pacifico
Mappa dello scenario di guerra nel Pacifico

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8 febbraio 1904 – Inizia la Guerra russo-giapponese

Il teatro di guerra
Il teatro di guerra

Con la vittoria della Guerra sino-giapponese in Corea terminata nel 1895, la politica estera del Giappone acquisì  sempre di più un profilo espansionistico. Sullo sfondo c’era una popolazione in continuo aumento con la conseguente insufficienza delle risorse interne. La bilancia dei pagamenti sarebbe diventata cronicamente passiva senza l’espansione delle frontiere. Dunque, l’espansione giapponese verso la Corea e la Manciuria era spinta da necessità prevalentemente di natura economica. La possibilità di raggiungere questo obiettivo era ostacolata dalla Russia, che occupava la Manciuria e mirava alla conquista della Corea.

Nonostante l’Impero russo fosse un avversario molto temibile, l’8 novembre 1904 le forze giapponesi attaccarono quelle russe in Manciuria, sconfiggendole sia sulla terraferma che sul mare, con la battaglia navale di Tsushima.

La guerra si concluse con la pace firmata a Portsmouth, con la mediazione degli Usa. Si stabilì il riconoscimento dei “diritti permanenti” del Giappone in Corea, l’acquisizione di metà dell’isola di Sakhalin e soprattutto dei diritti russi in Manciuria. Nel 1910, con una dura repressione delle resistenze interne, i giapponesi procedettero all’annessione della Corea.

7 febbraio 1992 – Firmato il trattato di Maastricht

Trattato di Maastricht
Trattato di Maastricht

Il famoso Trattato di Maastricht, che stabilisce i criteri economici necessari per l’ingresso degli stati nell’Unione Europea, venne firmato il 7 febbraio 1992.

I parametri richiesti (i c.d. “parametri di Maastricht”) erano:

1) Stabilità dei prezzi.

2) Sostenibilità della posizione finanziaria pubblica: il Paese non doveva avere un disavanzo giudicato “eccessivo” (rapporto tra il Deficit pubblico e il Prodotto interno lordo non superiore alla soglia del 3% e rapporto tra il Debito pubblico e il Prodotto interno lordo non superiore alla soglia del 60%).

3) Stabilità del cambio: il Paese doveva rispettare i normali margini di fluttuazione degli Accordi europei di cambio del Sistema monetario europeo (SME).

4) Tassi d’interesse bassi che riflettevano l’aspettativa di una durevole convergenza.

L’Unione Europea si basava, così, nei famosi tre pilastri: la Comunità europea, che avrebbe inglobato la CECA, la CEE e la CEEA, la politica estera e la sicurezza comune e gli affari interni e di giustizia.

6 febbraio 1952 – Elisabetta diventa regina

Elisabetta di ritorno dalla visita in Kenya
Elisabetta di ritorno dalla visita in Kenya

Dopo aver sofferto di cancro ai polmoni per diversi anni, re Giorgio VI morì nel sonno il 6 febbraio 1952 a 56 anni. Alla sua morte, sua figlia, la principessa Elisabetta, divenne regina a soli 25 anni.

Elisabetta e suo marito, Filippo, erano fuori dall’Inghilterra quando re Giorgio morì. La coppia era in visita in Kenya come parte di un viaggio di cinque mesi in Australia e Nuova Zelanda. Quando ricevettero la notizia della morte di re Giorgio, di due fecero ritorno immediatamente in Gran Bretagna.

Mentre Elisabetta era in volo, in Inghilterra fu proclamata ufficialmente erede al trono; così, quando la nuova regina arrivò a Londra, fu accolta all’aeroporto dal primo ministro Winston Churchill.

Più di un anno dopo, il 2 giugno 1953, si tenne l’incoronazione di Elisabetta presso l’abbazia di Westminster, la prima incoronazione in diretta televisiva della storia.

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5 febbraio 1949 – Critiche americane al “Piano Fanfani”

Logo Ina Casa
Logo Ina Casa

Il 5 febbraio 1949 venne pubblicato il cosiddetto “Rapporto Hoffman” sull’impiego delle risorse del Piano Marshall, evidenziando sprechi e incongruenze nell’impiego delle somme messe a disposizione degli americani. Paul G. Hoffman era amministratore dell’ECA (Economic Cooperation Administration) e responsabile dell’utilizzo delle risorse del Piano Marshall.

Nello specifico, Hoffman criticava l’impiego degli aiuti nel “Piano Fanfani”, poi chiamato Piano Ina-Casa. Chiaramente, tale piano non era volto all’aumento degli acquisti e al rinvigorimento dell’economia italiana, come auspicato dagli Usa, bensì era rivolto a tutte quelle famiglie che, non potendo permettersi un’abitazione, erano soccorse dallo Stato. Con chiara impronta keynesiana, oltre alle abitazioni, si voleva abbassare il numero di disoccupati con l’impiego massiccio di lavoratori nell’edilizia.

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