Dopo l’armistizio dell’8 Settembre 1943 e la conseguente fuga del re e del governo, Roma divenne il teatro di una lotta senza quartiere contro i tedeschi che però, ben presto, riuscirono ad occupare tutta la città. Da quel momento Roma fu schiacciata dall’oppressione dell’occupante tedesco e dai possibili attacchi da cielo compiuti dagli Alleati. Le formazioni partigiane antifasciste subirono dei duri attacchi e solo i Gruppi di Azione Patriottica (GAP) mantennero delle capacità operative rilevanti.
Il 23 Marzo 1944 (XXV anniversario della fondazione dei fasci di combattimento) i GAP centrali al comando di Carlo Salinari (Spartaco) e Franco Calamandrei (Cola) fecero esplodere un ordigno in Via Rasella mentre transitava un convoglio delle SS composto da 156 uomini. L’attacco uccise 32 SS ferendone altre 110. Tra le vittime vi furono anche due civili.
Le conseguenze dell’attentato di Via Rasella furono gravissime. I tedeschi, infatti, diedero via ad un’azione di rastrellamento senza precedenti arrestando centinaia di civili che si trovavano nelle vicinanze del luogo dell’attentato.
Il giorno successivo, i tedeschi uccisero 335 italiani alle Fosse Ardeatine.