18 Febbraio 1861 – Prima seduta del Parlamento del Regno d’Italia

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Il 18 Febbraio 1861 Vittorio Emanuele II inaugura, con un solenne discorso, il primo Parlamento italiano composto dai rappresentanti di tutti i territori italiani conquistati dalla casa reale Sabauda. La sede era quello stesso Palazzo Carignano di Torino che dal 1848 fu sede del Parlamento subalpino.

Lo scopo primo del nuovo Parlamento era quello di elaborare un progetto di governo per la nuova unità politica nazionale. Così affermava Vittorio Emanuele II: “Signori Senatori, Signori Deputati, libera ed unita quasi tutta, per mirabile aiuto della Divina Provvidenza, per la concorde volontà dei popoli, e per lo splendido valore degli eserciti, l’Italia confida nella virtù e nella sapienza vostra. A voi si appartiene di darle istituti comuni e stabile assetto.”

Nel discorso pronunciato dal re quest’ultimo, per non cedere alle pressioni dei democratici, rifiutò di fregiarsi del titolo di Re d’Italia con il nome di Vittorio Emanuele I, proprio per evidenziare la continuità ed il preponderante ruolo avuto dalla casa Savoia nel processo di unificazione della penisola italiana.

La proclamazione dell’Impero d’Italia giungerà un mese dopo, il 17 Marzo 1861.

26 Ottobre 1860 – Incontro di Teano

L’incontro di Teano tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II può essere considerato l’ultimo avvenimento dell’epopea della spedizione garibaldina.

A conferma dell’opinione diffusa che la guerra nell’Ottocento poteva anche essere allegra Garibaldi, come noto, il 5 Maggio 1860 salpò da  Genova con i suoi Mille sbarcando senza difficoltà a Marsala. Dopo lo scontro di Calatafimi i successi di Garibaldi in Sicilia rappresentarono una vera e propria marcia trionfale.

Arrivato a Napoli il 22 Agosto Garibaldi, autentico rivoluzionario ma dalle scarse doti diplomatiche, avrebbe voluto continuare la sua marcia per Roma e risalire fino a Venezia.  Cavour, tuttavia, che scrutava attentamente i passi della spedizione garibaldina, era ben conscio delle pesanti ripercussioni che un’azione del genere avrebbero causato. Prendendo a pretesto una rivolta negli Stati Papali, Cavour entrò in azione. Così l’esercito piemontese, dopo aver battuto le forze papali a Castelfidardo, si ricongiunse infine con gli uomini di Garibaldi.

Il 26 Ottobre 1860 Vittorio Emanuele II incontrò Garibaldi che, seppur di tendenze repubblicane, era un sincero patriota ed acconsentì a fermare la sua azione individuale unendo il Sud al Nord Italia sotto casa Savoia.

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